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Con Gondola®, siamo passati da uno scetticismo iniziale a risultati sorprendenti

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Quando abbiamo iniziato a studiare Gondola® eravamo molto scettici nei confronti di questo nuovo dispositivo, perché pensare di partire dal piede per modificare le attività motorie che hanno sede nel sistema nervoso centrale ha lasciato tutto il mondo scientifico molto perplesso.

L’osservazione clinica dei risultati della terapia AMPS, che migliorava effettivamente alcuni parametri del cammino, ci ha però stupito e alla perplessità iniziale è subentrata la curiosità del ricercatore.

Abbiamo quindi iniziato a riflettere su quale ruolo potesse avere la pianta del piede nel migliorare questi disturbi di natura centrale e abbiamo ipotizzato che una riafferentazione sensoriale periferica potesse aiutare il paziente a migliorare la sua performance motoria.
Abbiamo perciò ideato, in collaborazione con il Campus Biomedico di Roma, uno studio pilota per analizzare se ci fosse una modificazione delle modalità di attivazione corticale e sotto corticale nelle persone trattate con questo tipo di terapia.

Lo studio ha portato a conclusioni sorprendenti e inaspettate. Infatti, la stimolazione in acuto, effettuata cioè un’unica volta, determinava una modificazione di alcune aree del cervello coinvolte nel movimento.
Il futuro di questo approccio sarà quello di coprire quelli che noi definiamo unmet needs, bisogni non coperti, che sono i sintomi motori che non rispondono alle terapie attualmente conosciute e che compaiono nelle fasi più avanzate di malattia, come il Freezing, i disturbi posturali e i disturbi dell’equilibrio.