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Ansia e tristezza: i sintomi del Parkinson spesso ignorati.

Scopriamo perché trascuriamo i disturbi dell’umore e come gestirli ogni giorno.

La malattia di Parkinson richiede di affrontare problemi legati soprattutto al movimento. Non a caso, tra i sintomi più comuni e anche più noti ci sono il tremore, la rigidità o la lentezza nel cammino. Eppure esistono diversi sintomi cosiddetti non motori che spesso finiscono per essere presi poco in considerazione anche se hanno un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti.

Tra questi ansia, depressione e apatia sono particolarmente comuni e rappresentano un aspetto non casuale del decorso della malattia. Comprenderli e affrontarli è fondamentale per prendersi cura del benessere di ogni paziente in maniera completa.

Le cause dei disturbi dell’umore nella Malattia di Parkinson.

Alcuni ricercatori ritengono che depressione ed ansia in chi è affetto dalla malattia di Parkinson sono da imputarsi ad alcuni cambiamenti nella chimica cerebrale causati dalla patologia stessa.

Lo squilibrio dei neurotrasmettitori, infatti, non provoca solo difficoltà legate al movimento ma è una delle cause dei disturbi dell’umore. La riduzione della dopamina è spesso associata a sintomi come ansia e depressione, mentre la perdita di serotonina contribuisce a sbalzi d’umore, insonnia e riduzione dell’appetito.

Allo stesso tempo la terapia con levodopa, utilizzata per alleviare i sintomi motori, può provocare oscillazioni emotive note come fluttuazioni non motorie. Questo fenomeno richiede un monitoraggio attento per bilanciare i benefici del trattamento con la stabilità emotiva del paziente.

I sintomi più frequenti, da non sottovalutare.

I disturbi dell’umore possono manifestarsi in maniera diversa nei pazienti con malattia di Parkinson.

L’ansia può portare ad avere una costante sensazione di preoccupazione, spesso accompagnata da irrequietezza, tensione muscolare, difficoltà di concentrazione e insonnia.

La depressione è spesso associata ad uno stato di apatia, con una perdita di interesse per le attività quotidiane e un generale senso di tristezza che sfocia in sentimenti di vuoto e senso di colpa.

In alcuni casi l’umore può variare rapidamente dalla tristezza alla rabbia, con irritabilità e cambiamenti di umore molto improvvisi, i sintomi più evidenti agli occhi di familiari e amici.

La diagnosi dei disturbi dell’umore come sfida.

 

Identificare i disturbi dell’umore nel Parkinson è complesso, poiché alcuni sintomi possono sovrapporsi a quelli della malattia stessa. Ad esempio, tremori e irrequietezza muscolare possono essere erroneamente attribuiti al Parkinson anziché a uno stato ansioso.

Questi sintomi possono manifestarsi anni prima della comparsa dei problemi motori, che a loro volta si presentano tanto tempo prima della diagnosi della malattia di Parkinson. Chi convive già con difficoltà motorie invece spesso nota cambiamenti dell’umore soprattutto durante i cosiddetti momenti off, che corrispondono anche a un abbassamento dei livelli dopaminergici.

Già negli anni 70, i ricercatori Marsden e Parkes indicavano come il periodo off potesse essere accompagnato da ansia marcata, rossore, sudorazione e dolore agli arti.

Allo stesso tempo però studi più recenti hanno dimostrato che la depressione in chi è affetto da malattia di Parkinson potrebbe non essere strettamente correlata con la gravità dei sintomi motori o con il grado di invalidità dell’individuo affetto

Ad esempio, lo studio dei dottori Menza e Mark svolto nel 1994 ha dimostrato che i disturbi dell’umore sono più comuni nei pazienti con Parkinson rispetto a quelli con disabilità causate da altre patologie.

Queste evidenze sottolineano quanto l’identificazione degli sbalzi d’umore in chi è affetto da malattia di Parkinson sia una sfida complessa e quanto sia importante un approccio integrato per riconoscere e trattare questi sintomi.

Strategie di gestione e trattamento farmacologico e non.

Gestire gli sbalzi d’umore nel Parkinson richiede un approccio personalizzato, che combini soluzioni farmacologiche e strategie non farmacologiche.

I farmaci per ansia e depressione possono essere utili, ma il loro utilizzo richiede attenzione.

Gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) sono efficaci, ma possono causare effetti collaterali come insonnia o nausea. Gli inibitori delle MAO, invece, possono migliorare sia l’umore sia i sintomi motori, ma necessitano di una dieta controllata per evitare interazioni pericolose.

Anche i farmaci dopaminergici, se dosati correttamente, possono contribuire a stabilizzare l’umore, soprattutto nei pazienti che presentano sintomi legati alle fluttuazioni terapeutiche.

Parallelamente, gli interventi non farmacologici possono offrire un grande supporto.

Yoga e meditazione sono pratiche che riducono i livelli di cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress, e migliorano la regolazione emotiva, contribuendo a raggiungere una maggiore serenità.

La musicoterapia favorisce il rilassamento, genera sensazioni piacevoli e risveglia ricordi positivi, stimolando il rilascio di dopamina, serotonina, endorfine e ossitocina mentre l’utilizzo di oli essenziali come lavanda e camomilla aiutano a calmare la mente e alleviare la tensione.

Anche l’esercizio fisico, le attività programmate e la socializzazione svolgono un ruolo cruciale nel contrastare l’apatia e migliorare il benessere psicologico.

La socializzazione come antidoto.

L’isolamento sociale è una delle conseguenze più insidiose del Parkinson. Le limitazioni imposte dalla malattia possono portare a un ritiro graduale dalla vita sociale, aumentando il rischio di depressione.

Mantenere attive le relazioni è fondamentale. Anche piccoli gesti, come una passeggiata per incontrare i vicini o una chiacchierata con un amico, possono avere un impatto positivo sull’umore e sull’autostima.

Intraprendere percorsi innovativi, come la terapia AMPS erogata dal dispositivo Gondola® Home, possono migliorare la mobilità e ridurre i blocchi motori, facilitando la partecipazione alla vita sociale. La connessione con gli altri è un elemento chiave per combattere la solitudine e contenere gli sbalzi d’umore.

Prendersi cura dei sintomi non motori del Parkinson è fondamentale per migliorare la qualità della vita. Non ignorare questi segnali: affrontarli con consapevolezza e supporto può fare la differenza.

 

Fonti:

  • Depression and Parkinson’s disease: current knowledge, Curr. Neurosci. Rep. L. Marsh, 2013
  • Parkinson’s disease and depression: the relationship to disability and personality.
    J Neuropsychiatry, Menza MA, Mark MH, 1994.
  • Bromocriptine in parkinsonism. Lancet Aug, Marsden CD, Parkes JD, 1976.
  • Anxiety: An ignored aspect of Parkinson’s disease lacking attention. Department of Pharmacology and Toxicology, National Institute of Pharmaceutical Education and Research (NIPER). Dharmendra Kumar Khatri, Mamta Choudhary, Anika Sood, Shashi Bala Singh. Biomedicine & Pharmacotherapy, 2020

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